Gli Imperiali avevano avuto modo, garzie anche al tentennamento italiano iniziale, di studiare a tavolino un sistema difensivo efficace, che si fondesse in un tutt'uno con il territorio carsico, in modo tale da avere sempre il vantaggio dell'altezza sull'avversario attaccante, ma non solo, di avere anche l'opportunità di potersi difendere con ordine nonostante la grande differenza di uomini e di armamenti in campo. Fu così che nacque il sistema difensivo Austro-Ungarico basato sostanzialmente su tre linee difensive principali, che a partire da quella più vicina a quella avversaria veniva numerata con numeri ordinali 1, 2, 3 ecc. Ogni linea difensiva principale comprendeva altre tre "linee" secondarie parallele, le quali erano contraddistinte, a partire da quella più vicina a quella italiana, oltre che dal numero da una lettera a, b e c. Si formavano così ad esempio le linee 1a, 1b, 1c, per il primo sistema, 2a, 2b, 2c per il secondo sistema e così via. Come abbiamo appena visto, la Linea denominata "a" era sostanzialmente la prima linea, quella cioè a più diretto contatto con le linee nemice. La linea denominata "b" correva parallelamente alla linea "a" a una distanza che poteva variare a seconda del territorio tra i 50 e i 200 metri. Era chimata comunenmente dagli Austriaci "Hundertmeterline" o "Linea dei cento metri". non sempre presentavaun andamento continuo a ridosso della linea "a" ma si sviluppava in quei settori del fronte dove più necessitava una trincea di immediato rincalzo, in special modo a protezione dei capisaldi. Lungo la linea "b" venivano scavate numerose caverne dove trovavano rifugio, in caso di bombardamento, le truppe di presidio alla linea "a". La linea denominata "c" correva parallela alle altre due ma ad una distanza notevolmente maggiore, che a seconda delle caratteristiche del terreno e dei punti strategici favorevoli all'osservazione e alla difesa, poteva variare da poche centinaia di metri fino a qualche chilometro. Era chiamata dagli Austriaci "Reservestellung" o "Linee delle riserve" ed era la linea dove si doveva concentrare la massima resistenza nel caso di perdita delle altre due antistanti. La perdita di quest'ultima avrebbe significato il ripiegamento sul sistema sucessivo con il conseguente arretramento della linea del fronte e l'abbandono di molto terreno e materiale bellico in mano al nemico. C'erano infine delle trincee che collegavano tra loro le varie linee di un sistema o addirittura univano la linea "c" del sistema antistante con la linea "a" di quello sucessivo. Gli Austriaci la chiamavano "Riegelstellungen" o "Linea di sbarramento" e prendevano il nome delle località che univano. Erano in pratica delle trincee che però si trasformavano in micidiali posizioni dalle quali gli ataccanti avrebbero subito il fuoco d'infilata nel caso di uno sfondamento delle prime linee di un tratto del sistema difensivo. Si formavano così delle sacche nelle quali il nemico veniva imbottigliato e bloccato: le linee perse venivano poi riconquistate con il contrattacco. Ecco spiegato il motivo per il quale nell'arco di tutti i 29 mesi di battaglia sulle alture carsiche, le trincee nemiche venivano conquistate e poi riperse, per essere poi riconquistate e nuovamete perse.
Per maggiori informazioni su questa tematica è caldamente consigliato il libro scritto da Enrico Cernigoi "I tracciati delle trincee della Grande Guerra: La conquista del Carso di comeno" dove il sistema difensivo Austro-Ungarico viene perfettamente spiegato e da dove ho preso spunto per la stesura di questo articolo.

This entry was posted on venerdì, luglio 23, 2010 at 09:22 and is filed under , , , . You can follow any responses to this entry through the comments feed .

0 commenti

Posta un commento