Carso&trincee su Facebook

Posted by Andrea in ,

Ho deciso di creare una pagina su facebook di Carso&Trincee. Per tutti quelli che fossero interessati, e sono iscritti su facebook, la potete raggiungere al seguente indirizzo: carso&trincee . Fermo restando che la pagina principale rimane questo blog, inserirò alcune notizie anche sulla pagina di facebook per mantenerla attiva. Allora ci vediamo anche sul social network!!!!

Grande guerra: La valle di Brestovizza

Posted by Andrea in , , , ,

Si tratta di una località , che si trova nell’omonimo vallone (Brestovški dol) in Slovenia a 53.4 metri s.l.m. ed a 2.6 chilometri dal confine italiano, è situata a nord del Monte Hermada e confina direttamente con l’Italia.
Il nome della località è dovuto alla presenza di alberi di olmo (in sloveno Brest). Durante il dominio asburgico Brestovizza in Valle fu comune autonomo.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Brestovizza in Valle fu completamente distrutta, quando l’esercito italiano, nell’undicesima battaglia dell’Isonzo, si avvicinò ai piedi del vicino Monte Hermada. Dopo la guerra, il paese fu completamente ricostruito. Da questa valle da sempre in mano Asburgica gli italiani attaccavvano il Monte Hermada per conquistare Trieste. Oggi attravero questa valle si possono ancora incontrare i resti di trincee, casematte, fortificazioni e caverne di guerra.
Ci sono tantissimi siti da visitare, elencarli tutti è praticamente impossibile, però vi segnalo alcune guide molto utili e ben scritte oltre che facili da seguire.

  • Trincee nascoste sul Carso triestino, Goriziano e Sloveno
  • I tracciati delle trincee della grande guerra. La conquista del carso di Comeno
  • Il Carso dimenticato, le spallate dell'autunno del '16
  • Nad Logem la collina fra due mondi (Storia e itinerari tra il vallone di Gorizia e il carso di comeno
Se andate di fretta e volete vedere subito qualcosa ecco un bel video qui sotto realizzato da due amici Fabrizio e Alberto i quali ringrazio per i lavori svolti.


La prima Guerra Mondiale fu un evento di emani proporzioni, nessuno sino ad allora aveva visto nulla di simile. Le guerre, quelle che si era abituati a vedere, venivano combattute lontano dai centri abitati e generalmente duravao qualche mese al massimo un paio di anni. La prima Guerra Mondiale durò 4 anni, coinvolse un numero enorme di persone colpì tutto quello che si trovava sulla sua traiettoria lasciando a terra più di un milione di morti. Sul Carso, che oggi è un oasi vegetativa unica al mondo, si combattè per due anni. Tra i segni più tangibili di quella guerra sono rimasti a testimonianza, oltre che hai resti di trincee e baraccamenti, i cimiteri dei soldati Imperiali. Gli sconfitti, i nemici, così sono stati dipinti per troppo tempo, abbandonati a se stessi in molti giardini della memoria. Oggi ne vedremo alcuni che si trovano nel Carso di Comeno(Komen) territorio che si trova in Slovenia. Nella mappa qui sotto possiamo vedere la loro ubicazione ed il percoso per raggiungerli.




Visualizza Cimiteri AU sul carso di Comeno in una mappa di dimensioni maggiori

Ci sono molti altri cimiteri disseminati sul carso, anche in Italia, alcuni sono stati dismessi e le salme traslate nei vari ossari, quali Redipuglia, Oslavia, Udine ecc..Altri sono ancora oggi visibili come quelli di Prosecco ed Aurisina entrambi in provincia di Trieste.


Enrico Toti (Roma, 20 agosto 1882 – Monfalcone, 6 agosto 1916) è stato un eroe italiano della prima guerra mondiale.
Nel 1897, all'età di quindici anni, Enrico Toti si imbarcò come mozzo sulla nave scuola Ettore Fieramosca, passando poi sulla nave corazzata Emanuele Filiberto e infine sull'incrociatore Coatit. Nel 1904 fu coinvolto in scontri sul Mar Rosso contro i pirati che infestavano il mare antistante la colonia italiana dell'Eritrea. Congedatosi, nel 1905 Toti fu assunto nelle Ferrovie dello Stato come fuochista. Il 2 marzo 1908, mentre lavorava alla lubrificazione di una vettura, a causa della manovra avventata del macchinista di una vettura vicina, Toti scivolò rimanendo con la gamba sinistra incastrata e stritolata dagli ingranaggi. Subito portato in ospedale, l'arto gli fu amputato al livello del bacino. Perso il lavoro, si dedicò a innumerevoli attività tra cui la realizzazione di alcune piccole invenzioni custodite a Roma, nel Museo storico dei bersaglieri.
Nell'agosto 1916 incominciò la Sesta battaglia dell'Isonzo che portò alla presa di Gorizia. Il 6 agosto 1916, Enrico Toti, lanciatosi con il suo reparto all'attacco di Quota 85 a est di Monfalcone, fu ferito più volte dai colpi avversari, e con un gesto eroico, scagliò la gruccia verso il nemico esclamando: "Nun moro io!" (io non muoio!), poco prima di essere colpito a morte e di baciare il piumetto dell'elmetto. Decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria "motu proprio" dal Re in persona, dato che non era immatricolato come militare a causa della sua inabilità, "perché ne sia tramandato il ricordo glorioso ed eroico alle generazioni future."
La salma fu trasportata inizialmente a Monfalcone ma il 24 maggio 1922 venne trasportata a Roma dove ricevette solenni funerali. In sua memoria fu eretto un monumento in bronzo nei giardini del Pincio a Roma e un altro a Gorizia. A lui furono intitolati il sommergibile italiano Enrico Toti, varato nel 1928, ed il successivo sottomarino Enrico Toti, varato nel 1968. Molte vie sono state intitolate alla sua memoria. Inoltre, nel giugno 1923, gli fu intitolata la XI - Legione Ferroviaria Enrico Toti di Bari della Milizia ferroviaria.(Fonte Wikipedia)